Saxer Lücke in Van con partenza da Domodossola

Giovedì 17 Luglio 2025.
Finalmente ci siamo: parte il nostro viaggio verso il Saxer Lücke e siamo molto emozionati: aspettavamo questo momento da tanto. Grazie a Dunty tutto è stato più semplice, e anche più economico del previsto. Nessun albergo, niente ristoranti: solo noi, i nostri zaini, e qualche panino da gustare lungo il trekking.

Numeri alla mano!
Giorni: Partenza giovedì 17/07 ore 16.30 e rientro domenica 20 in giornata;
Carburante: 100€;
Km percorsi: 800 km (per la precisione, 793);
Vignetta: circa 40CHF (già acquistata a gennaio, come ogni anno);
Costo funivia A/R: 40 CHF (20CHF/tratta);
Km trekking: quasi 9km;
Tempo del trekking: noi ci abbiamo messo 3 ore circa, con tante pause foto, pausa pranzo e pausa Droma (il drone di Roma);
Campeggio: senza elettricità (graize Ringos😉), una notte
per due persone 35CHF,
Doccia calda: 1CHF per 3 minuti;
Birra artigianale da mezzo litro in rifugio: 6CHF;
IPA provate: 2 (nessuna degna di nota, purtroppo);
Sorrisi: tanti;
Santi nominati nelle Centovalli: TUTTI;
“WOW CHE BELLO” pronunciati: Troppi, come sempre.

Perché il Saxer Lücke?
Una meta che ci affascinava già da tempo, ma la strada per raggiungerla ci ha fatto rimandare fino a luglio 2025, e abbiamo fatto bene!
Con il van è davvero tutto diverso, anche se purtroppo (capita) abbiamo beccato un meteo un po’ ostacolante. Non siamo riusciti a sfruttare tutta la permanenza come avremmo voluto, ma fa parte del gioco:
ci sono sempre piani B, C, D e così via.
Trovo la Svizzera un luogo davvero mistico: mi sento in pace quando sono qui. Tutto scorre con un ritmo calmo e placido, come se la natura stessa dettasse i tempi. Eviterei di raccontare la parte scientifica e geologica della zona, non è il mio pane, e sarebbe solo una rivisitazione di qualcosa letto su internet.

Non si trovano molte informazioni online su questo trekking (in italiano e cercando alla veloce) perché, nonostante lo sognassimo da tempo, non siamo stati molto parsimoniosi nella programmazione. Ho provato ad autoconvincermi in tutti i modi che fosse meglio passare dal Sempione, ma così avremmo allungato parecchio il viaggio. Alla fine ho fatto pace con me stessa e abbiamo deciso di passare dalla Valle Vigezzo, proprio nell’orario in cui tutti i frontalieri tornano in Italia, e ci siamo diretti verso Brülisau, per trascorrere la notte in un parcheggio, in “libera”.
Pensavamo che la partenza della funivia fosse qui, in Appenzello, come avevamo letto su una traccia di Komoot; in realtà parte dal Canton San Gallo. Bisogna recarsi alla funivia Staubernbahn, dove noi non abbiamo trovato parcheggio, quindi abbiamo lasciato il van in paese.
Dopo dieci minuti di paura sospesi nel vuoto siamo arrivati.
La funivia è completamente autogestita: non c’è personale (noi siamo andati di venerdì e non abbiamo visto nessuno). I ticket si acquistano alla macchinetta all’ingresso, sempre in autonomia, e costano 40 CHF A/R per gli adulti e 10 CHF a tratta per i bambini, non ricordo fino a che età.
Tutte le info con orari e costi sono sul sito: https://www.staubern.ch/bergbahn/

Quando siamo arrivati al rifugio Staubern, mentre aspettavamo che le nuvole si diradassero, ci siamo concessi un po’ di minerali sotto forma di luppolo locale.
Qui avremmo dovuto anche riempire le borracce, ma purtroppo ce ne siamo dimenticati. Per fortuna avevo due IPA di riserva nello zaino… ma al ritorno del trekking abbiamo davvero pagato il prezzo di quella distrazione: la birra calda non è un ottimo dissetante durante una camminata sotto il sole in montagna.
Non c’è modo di fare rifornimento d’acqua lungo il percorso, quindi evitate di fare il nostro stesso errore!

Un trekking fattibile per tutti: se vedete Carolipa fare una cosa, sappiate che può farla quasi chiunque (almeno sportivamente parlando!).
Partite con le batterie dei dispositivi cariche, perché il panorama toglie il fiato a ogni singolo metro: dai fiori ai laghi, fino alle forme rocciose.
Il tutto accompagnato dal dolce suono dei campanacci in sottofondo.

Rientriamo sulla via del ritorno e con calma torniamo a Dunty. Quella sera abbiamo deciso di trascorrerla in campeggio, così possiamo caricare e scaricare l’acqua in tranquillità e possiamo goderci la serata all’aperto senza paura di eventuali multe.

Il campeggio dista circa 35 minuti dalla funivia: torniamo in Appenzello. Non ho girato molti campeggi in vita mia, ma neanche pochi, e questo è il più accogliente che io abbia mai avuto il piacere di visitare. Nonostante manchi la libertà della solitudine, mi piace andare in campeggio ad osservare le abitudini di altri, a volte sono un’ottima ispirazione, vedere che ci sono ancora persone che hanno rispetto della quiete altrui, bambini compresi, ma soprattutto rispetto degli spazi comuni: MAI visto cucine così pulite, grazie paese civile, ti apprezzo.

Il gestore è una persona estremamente disponibile e simpatica, per capirlo è sufficiente notare il suo sguardo. Fa tutto lui: dal check in, al pulire le spugne in cucina, al tagliare l’erba: TUTTO. Sempre indossando un sorriso sincero, spontaneo. “Schön” mi dice la sera indicando le lucine nuove di Duny: i suoi glitter.

Scende la sera e cala il freddo: alle 23 abbiamo 9 gradi e l’86% di umidità: musica per Carolipa!
Andiamo a dormire.

Al mattino realizzo che non ci è stata comunicata l’ora del check-out.
Poi mi torna in mente che anche alle Faroe mancava sempre questa informazione, così decidiamo di andarcene verso le 11, quando iniziano ad arrivare i primi mezzi. Prima di arrivare qui avevamo chiamato per chiedere se ci fosse posto (era rimasto l’ultimo!). Il gestore non parla bene inglese, io non parlo tedesco, ma ci siamo comunque capiti — sia al telefono che dal vivo.

Ci siamo preparati per partire. Avevo notato, lungo la strada, un negozio di birre vicino a un paese che abbiamo poi deciso di visitare.
Purtroppo le birre non mi hanno emozionata più di tanto, ma me ne restano ancora due da assaggiare: una sour e una session. Aggiornamento ottobre 2025: non ricomprerei nessuna delle birre provate, tranne la Vintage Sour Beer, che però già conoscevo.

Così abbiamo fatto giusto un giro per Appenzello, che, per popolazione, è il cantone più piccolo della Svizzera, ma uno dei più belli che abbia mai visto.
Qui producono formaggio e anche un amaro davvero buono: l’Appenzeller.
Abbiamo visitato qualche supermercato e negozi vari, e tutte le persone che abbiamo incontrato sono state estremamente gentili.

Con calma ci mettiamo sulla via del rientro già sabato. Il meteo stava peggiorando, così abbiamo deciso di dimezzare il percorso. La notte a bordo del lago di Sufers è stata piacevolmente cullata dalla pioggia e dal vento, mentre noi ci siamo gustati un ottimo hamburger.

Siamo rientrati lungo la strada che costeggia il lago e siamo stati fortunati: dal lato opposto c’era una coda infinita! Alla dogana italiana ci hanno fermati in modo sospetto, ma quando hanno capito che Dunty è un camper ci hanno lasciato andare, ma non prima di qualche domanda.
“Avete più di €10.000 in contanti?”
“Vorrei poterle dire di sì, agente.”

Ci siamo concessi un sushi sul Lago Maggiore e poi ho riportato il mio compagno di viaggio a casa, e io sono salita in montagna. Dunty ora è dal meccanico per il controllo pre-partenza e a fare il cambio dei freni e degli assali!

Grazie per aver letto anche oggi,
Scusate l’assenza, su Instagram sono più presente!
Alla prossima,
per aspera ad Astra!
Lascia un commento